QUANDO I SOCIAL CAMBIANO L’ECONOMIA

(tempo di lettura 5 min)

I social cambiano l’economia. E non solo. Cambiano anche gli atteggiamenti, i comportamenti, spingono ad azioni buone e ad azioni discutibili, influenzano l’opinione pubblica, cambiano le abitudini. Questi ultimi cambiamenti avvengono in lassi di tempo mediamente lunghi, c’è bisogno di una presa di coscienza (positiva o negativa) della massa di utenti e questo non può avvenire nel giro di poco tempo, occorrono mesi e a volte anni. Poi ci sono quelle azioni che purtroppo avvengono nel giro di qualche minuto, in questi ultimi giorni abbiamo assistito sui social a fatti tragici di cui non voglio parlare anche per rispetto delle persone coinvolte.

Nell’ultimo mese, i social, nello specifico REDDIT è stato il luogo che ha dato origine a un cambiamento radicale che ha influito sul destino di una azienda in particolare, sull’andamento di Wall Street e sui portafogli di molte persone.

Sappiamo tutti che i social vengono anche utilizzati per promuovere attività, vendere prodotti e proporre servizi. Un giro di svariati milioni di dollari al giorno tra transazioni e sponsorizzazioni.

Veniamo a noi. Vi ricordate di GAMESTOP? Il rivenditore di videogiochi texano? 5.000 punti vendita in tutto il mondo, anche in Italia. Beh, da un po’ di tempo navigava in pessime acque. Il suo titolo in borsa è arrivato a quotare 4 dollari. Comprensibile, perché oggi è più facile comprare un videogame su internet e scaricarlo all’istante (un po’ quello che è successo ai negozi di noleggio film come BLOCKBUSTER fallita nel 2013). La stessa cosa probabilmente sarebbe successa anche a GAMESTOP.

Piano piano si stava estinguendo e in questo ultimo periodo, a causa delle restrizioni dovute al COVID19, ha dovuto chiudere anche molti punti vendita sul territorio e licenziare il personale. Ma è successo qualcosa di inaspettato.

Un gruppo di investitori amatoriali, utenti di REDDIT, ha pensato bene (per loro) di iniziare a comprare azioni di GAMESTOP proprio nel momento peggiore e critico della sua storia. E per settimane ha inviato migliaia di messaggi che incoraggiavano a comprare azioni di GAMESTOP. Risultato?

Dall’11 gennaio 2021 il titolo in borsa di GAMESTOP è salito di oltre il 1.200%.

Da tenere presente che questo gruppo di REDDIT non era un gruppo di investitori professionisti ma il loro “lavoro” ha portato il valore delle azioni di GAMESTOP da circa 4 dollari a metà del 2020 a 147 dollari alla chiusura delle contrattazioni il 26 gennaio 2021. Soltanto il 26 gennaio, il valore delle azioni è aumentato di quasi il 100 per cento. Questo movimento ha fatto sì che il gruppo di REDDIT spiazzasse gli investitori istituzionali ma soprattutto gli “hedge fund” cioè quegli operatori finanziari che scommettono e guadagnano quando il valore di un titolo diminuisce.

Comunque è stata una reazione a catena, gli investimenti sono aumentati e si sono inseriti anche personaggi come Ryan Cohen, fondatore ed ex ceo di Chewy, che ha investito 76 milioni di dollari per acquistare 9 milioni di azioni di GAMESTOP ottenendo un rendimento del 1.700%.

WOW! CIFRE DA CAPOGIRO!

Ma per quanto tempo ancora il titolo di GAMESTOP potrebbe continuare a crescere? Gli utenti REDDIT sperano che si crei quello che viene definito un “infinity squeeze”, cioè che gli short seller continueranno a ricomprare azioni fino all’esaurimento, facendo salire il titolo ancora di più.

Ma non è questo il punto!

Il primo punto è che possiamo affermare che tutto questo mette in discussione il funzionamento del capitalismo finanziario. Tutto è avvenuto tramite una piattaforma social e non sarebbe stato così veloce e virale da attuare in altre condizioni.

Il secondo punto è questo: i social sono il contenitore più grande che si possa pensare. Dove possiamo trovare un “luogo” dove centinaia di milioni di persone sono connesse e possono interagire tra di loro? Faccio fatica a pensare ad un luogo simile. Nelle piattaforme social probabilmente sono tutte persone “slegate”. Ma pensiamo, per assurdo, se qualcuno fosse in grado di coinvolgere queste moltitudini e indirizzarle verso i suoi scopi personali? Se avete letto l’articolo che recensiva il libro “PSICOLOGIA DELLE FOLLE” di Gustave Le Bon, forse il concetto vi sarà più chiaro. Le folle vengono manipolate grazie alle emozioni e non grazie ai ragionamenti.

E non è forse quello che è avvenuto nel gruppo di REDDIT?

Hanno fatto una scelta sicuramente irrazionale investendo su un titolo in grave perdita, dove le possibilità di rialzo erano, non impossibili, ma infinitesimali. Si è parlato di gruppo ma certamente ci sarà stato qualcuno che è riuscito a coinvolgere tutti quanti; un leader, un visionario, un pazzo? Non saprei dirlo, ma so per certo (e questa è una mia convinzione personale) che è riuscito ad avere una grande influenza sul gruppo e non certo per capacità di calcolo razionale ma per capacità di coinvolgimento emozionale.

Sarei contento se nei commenti scriveste le vostre opinioni personali, in modo da poter iniziare un dibattito costruttivo che chiarisca meglio i meccanismi che si vengono a creare in contesti così critici come quelli dei social.

Cristiano Danese

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